lunedì 28 febbraio 2011

Delocalizzazione Industriale: Gli Imprenditori Italiani Traslocano in Svizzera


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Un fenomeno che è stato evidenziato da numerose trasmissioni televisive è la Delocalizzazione Industriale:la spinta emotiva che spinge molti industriali,soprattutto negli ultimi tempi, a traslocare dall’Italia per produrre ad Est Europa. 
Oggi però si inizia a parlare sempre più della Svizzera per la sua burocrazia leggera,il semplice accesso al credito ,la sua fiscalità moderata e per la sua immediata vicinanza con l’Italia. 
Grande è stato un Reportage che tracciava le Aree del Nord come le più tendenti ad abbandonare a breve l'Italia soprattutto grazie ai numerosi incentivi che gli imprenditori trovano valicando le Alpi. 
Diciamolo francamente:l'Italia ad oggi,non ha fatto proprio niente per agevolare le imprese per fronteggiare la crisi economica
Tante le serrande abbassate,forse troppe.
Tanti i capannoni vuoti:Aree industriali che un tempo rappresentavano con orgoglio il Made in Italy e che oggi sono occupate solo da imprenditoricon gli occhi a Mandorla. La globalizzazione: ha fatto soltanto la fortuna della Cina.
I grossi imprenditori si spostano in Svizzera soprattutto per motivi fiscali : la terra dell’emmenthal ha un’imposizione fiscale al 25% e non al 50%.
Insieme al capitolo tasse si aggiungono i generosi finanziamenti elargiti negli ultimi anni dalle amministrazioni cantonali e federali e per i progetti più interessanti sono previste esenzioni fiscali che arrivano fino al 100% per svariati anni.
La Ue accusa , quindi la Svizzera, di dare aiuti di Stato ed il  paese elvetico risponde che è la semplice scelta di avere una fiscalità giusta.
Ad avvalorare le ragioni di qualsiasi imprenditore di fuggire dall’Italia è il rapporto Doing Business 2010 della Banca Mondiale dal posto 74 al 78 nella facilità di fare affari e quindi nella capacità di attrarre il business. Dopo Panama , sopra di tre posizioni all’Albania. Alle nostre spalle resta la affannata Grecia. La Svizzera è al 21° posto.

INDAGINE Confesercenti Ispo sulle Opinioni degli Italiani : Crisi , Politica e Lavoro

 
La crisi è superata? Macchè: a febbraio lo pensa solo il 7% degli italiani. Per tutti gli altri, il 93%, invece siamo ancora «in terra incognita», per usare un'espressione coniata dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Lo rileva la periodica indagine Confesercenti-Ispo, che sottolinea come rispetto a febbraio 2010 sia aumentata dell'11% la quota di italiani che pensa che il peggio sia ancora ben presente. A preoccupare è soprattutto la situazione economica (che da febbraio 2010 a febbraio 2011 passa dal 90% al 96%), con il picco nelle regioni del Nord-Ovest (97%, era l'86% un anno fa). E le prospettive non sono rosee: fra un anno per il 53% degli intervistati la situazione sarà ancora negativa (e in peggioramento per il 25% di essi). Mentre il 43% vede un futuro positivo: di essi un 38% scommette sulla ripresa.

Gli Italiani sono sempre più insoddisfatti della politica,crolla in Italia ogni ideale :da settembre 2010 a febbraio 2011 il miglior risultato in termini di considerazione positiva lo ottengono le associazioni delle Pmi (dal 20% al 24 per cento). Bene anche i sindacati (dal 15% al 20 per cento). Cala il governo di otto punti dal 23% al 15%, mentre resta stabile l'opposizione ma all'11 per cento. Sempre fanalino di coda le banche al 9% come a settembre scorso.

Dal sondaggio Confesercenti-Ispo inoltre, emerge ancora la crisi del mercato del lavoro. Il 95% del campione continua a dichiararsi allarmato (un anno fa era il 92%) e di essi lo sono «molto» coloro che non hanno lavoro o subiscono la cassa integrazione. Anzi con il 100% i disoccupati esprimono tutta la loro mancanza di speranza che impedisce di intravedere la fine del tunnel.
Un altro tema dolente della crisi è l'accesso ai prestiti, mitigato in parte dalle intese sulla moratoria dei debiti delle imprese, prolungata proprio nei giorni scorsi. Le difficoltà di ottenere prestiti però ci sono: la pensa così il 52% degli italiani (un punto sopra il dato di un anno fa, ma era il 60% a settembre 2010).
Fonte il Sole 24 Ore

domenica 27 febbraio 2011

Gli effetti della crisi economica: Aumento Depressione e Suicidio



Crisi finanziarie, depressione e tentativi di suicidio. Il rapporto c’è e colpisce sia le persone a reddito più basso sia quelle a reddito medio-alto, a causa delle perdite finanziarie. E per la prima volta viene documentato in uno studio pubblicato da World Psychiatry, la rivista della World Psychiatric Association(Società mondiale di psichiatria), di cui è presidente l’italiano Mario Maj, docente a Napoli. 
RISCHIO DISOCCUPAZIONE - Spiega Maj, che è anche presidente in carica della Sopsi: «È stato documentato l’incremento della frequenza della depressione e dei tentativi di suicidio durante il periodo di crisi finanziaria.  In un’altra ricerca, condotta in 26 paesi europei, si è anche visto che per ogni aumento dell’1% del tasso di disoccupazione si è verificato un aumento dello 0,79% dell’incidenza del suicidio nei soggetti di età inferiore ai 65 anni. 
RESPONSABILITÀ - Nel corso del 2010 sono, inoltre, comparsi i primi studi sulle conseguenze della crisi mondiale iniziata nel settembre 2008, dopo la bancarotta della Lehman Brothers Holdings negli Stati Uniti. Una ricerca condotta a Hong Kong sulla depressione è risultata in forte aumento dal 2009: si è riscontrato sia negli uomini che nelle donne ed è stato maggiore nei soggetti tra i 55 e i 65 anni e in quelli che avevano famiglia (suggerendo un rapporto con il carico di responsabilità dal punto di vista finanziario). 
DEBITI E PSICHE - Un altro studio, svoltosi in Gran Bretagna, ha individuato due gruppi di persone ad alto rischio di depressione a causa della crisi: quelle insicure sul mantenimento della propria occupazione e quelle indebitate. In questi due gruppi, la frequenza è risultata più che raddoppiata rispetto agli altri soggetti esaminati.  Quanto più lungo è il periodo di disoccupazione, tanto maggiori sono le conseguenze sulla salute mentale.
Fonte :Il corriere della sera

La Crisi Economica: Rapporto Ufficiale - Le Aziende Italiane Chiudono


Ogni giorno, domeniche comprese, sono una trentina le aziende che gettano la spugna, "affondano" e spariscono, più o meno silenziosamente. La maggior recessione mondiale degli ultimi 80 anni ha obbligato un numero crescente di aziende a chiudere i battenti, con ottomila fallimenti in nove mesi.
Più colpito anche in termini percentuali oltre che assoluti, nè poteva essere diversamente, il Nord produttivo. In questo ambito soffrono di più le aziende di minori dimensioni con un attivo inferiore a un paio di milioni di euro concentrate nei mezzi di trasporto e nella gomma-plastica. In calo i concordati preventivi, un messaggio che dovrebbe essere positivo per il prossimo futuro, mentre risultano poche le imprese solide fallite: una banalità? Non proprio, dal momento che anche le statistiche Bankitalia mettono in evidenza come molte società siano state colpite mentre stavano facendo un processo di trasformazione.
Per il sistema produttivo sarebbe molto più grave se venissero espulse dal mercato anche imprese solide in seguito al cosiddetto «credit crunch». Insomma, questa fase recessiva, con gracili e contradditori elementi di recupero sui nuovi mercati, risulterà selettiva consentendo solo alle aziende più capaci di presentarsi con le carte in regola all'appuntamento con la ripresa. «Finora la crisi non ha generato effetti contagio tali da spingere al fallimento imprese che prima della recessione erano solide – sottolineano all'ufficio studi Cerved -. Piuttosto la crisi ha accelerato l'espulsione dal mercato di aziende già fragili, per cui il peggioramento dovuto alla congiuntura ha sancito la bancarotta».
Esattamente da 2,5 anni, cioè per il decimo trimestre consecutivo, la corsa dei fallimenti continua: i freddi numeri elaborati dal Cerved segnalano un incremento del 18% tra luglio e settembre, rispetto allo stesso periodo del 2009 e del 13% sui tre mesi precedenti .
Con l'apporto del terzo trimestre, le procedure complessivamente aperte nel periodo gennaio-settembre 2010 sfiorano le 8mila unità, con una crescita del 23% sul 2009. L'osservatorio Crisi d'impresa del Cerved sottolinea in particolare come nei primi tre trimestri dell'anno, i fallimenti abbiano «registrato ritmi più elevati soprattutto tra le società di capitale, +27% rispetto allo stesso trimestre del 2009, contro il +14% osservato tra le società di persone e il +17% tra le altre forme giuridiche».

Fonte il Sole 24 Ore

Provincia di Roma Contributi 150mila euro per le Aziende: Promotori Tecnologici



Parte la seconda edizione del bando promosso dalla Provincia di ROMA che stanzia 150 mila euro di contributi a fondo perduto riservati alle aziende, grazie alla seconda edizione del bando “Promotori tecnologici per l’innovazione”.
Seconda edizione del bando “Promotori Tecnologici per l’innovazione” obiettivi:
•favorire la realizzazione di progetti d’innovazione tecnologica e/o organizzativa a sostegno delle micro, MPI in settori ritenuti strategici per l'economia della Provincia di ROMA
•rafforzare la cooperazione fra gli attori dello sviluppo locale e i centri di ricerca, anche attraverso specifiche strutture, quale Officina dell’Innovazione, in modo da implementare un volano virtuoso nel sistema produttivo locale;
•introdurre la figura del Promotore Tecnologico inteso come colui/colei che sviluppa un progetto di ricerca o innovazione richiesto da una micro, piccola o media Impresa e facilitare l’incontro tra domanda ed offerta di innovazione e tecnologia;
•contribuire a nuovo impiego di personale altamente qualificato.
I progetti devono essere presentati congiuntamente dai soggetti appartenenti alle seguenti categorie:
- micro, piccole o medie Imprese, costituite da almeno un anno, con sede legale ed operativa sul territorio della Provincia di Roma e iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Roma, che necessitano delle competenze del Promotore Tecnologico per lo sviluppo innovativo di un prodotto/servizio;
- dottorandi di ricerca, dottori di ricerca, ricercatori e laureati non in possesso di contratto a tempo determinato o indeterminato (“Promotore Tecnologico”)”.
Oer maggiori informazioni consultare il sito della Provincia di Roma

Torre Annunziata (NA) Concorso -12 AGENTI DI POLIZIA MUNICIPALE - CATEGORIA C - POSIZIONE ECONOMICA C1


E' indetta una selezione pubblica per l'assunzione, mediante Contratto di Formazione e Lavoro, della durata di nove (9) mesi, con orario settimanale di 36 ore di lavoro ordinario, di n. 12 AGENTI DI POLIZIA MUNICIPALE - CATEGORIA C - POSIZIONE ECONOMICA C1 del vigente C.C.N.L. Comparto Regioni ed Autonomie Locali.

Per gli assunti è previsto lo svolgimento di n. 40 ore di formazione, per come programmato nel progetto. 
Per l'ammissione alla selezione pubblica i candidati devono essere in possesso dei seguenti requisiti:
1) cittadinanza italiana .
2) idoneità psico-fisica-attitudinale a ricoprire il posto di Agente di Polizia Municipale.
3) godimento dei diritti civili e politici;
4) posizione regolare nei confronti dell'obbligo di leva per i candidati di sesso maschile nati entro il 31.12.1985, ai sensi dell'art. 1 della Legge n. 226/2004;
5) non essere stati destituiti o dispensati dall'impiego presso la Pubblica Amministrazione per persistente insufficiente rendimento
6) non avere riportato condanne penali
7) essere in possesso del seguente titolo di studio e requisiti: diploma di Istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale e patente di guida categ. "A" e "B";
8) età non inferiore ad anni 18 compiuti e non superiore ai 32 anni (si intendono 32 anni non compiuti).
9) i requisiti previsti dall' art.5, comma 2, della legge n. 65/86.
Scadenza:3 Marzo

http://www.comune.torreannunziata.na.it

BNL Lavorare in Banca - Previste 831 Assunzioni per Impiegati



Il “Progetto di business e Scenario Risorse Umane per il triennio 2010-2012”, è stato realizzato in accordo on i sindacati di categoria e prevede l’apertura di 165 nuove agenzie così dislocate sull'Intero territorio nazionale:

- 42 Nord Ovest
- 31 Nord Est
- 29 Centro
- 27 Lazio e Sardegna
- 36 Sud

Tutte le persone saranno inserite con contratti di Apprendistato Professionalizzante,ed alle rispettive scadenze, saranno assunte a tempo indeterminato.

Inoltre, tutti i lavoratori con contratto a tempo determinato per almeno 6 mesi, ancora in servizio o che hanno concluso il rapporto di lavoro a partire dal 1.1.2009 (355 persone), entreranno nel bacino delle assunzioni a tempo indeterminato programmate dalla stessa banca per il triennio 2010/2012.
Infine ci sarà l’assunzione di 110 lavoratori, a tempo determinato, nonché un'ulteriore piano di formazione per 4.050 lavoratori neo-assunti.
Maggiori Informazioni sul sito BNL