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Un fenomeno che è stato evidenziato da numerose trasmissioni televisive è la Delocalizzazione Industriale:la spinta emotiva che spinge molti industriali,soprattutto negli ultimi tempi, a traslocare dall’Italia per produrre ad Est Europa.
Oggi però si inizia a parlare sempre più della Svizzera per la sua burocrazia leggera,il semplice accesso al credito ,la sua fiscalità moderata e per la sua immediata vicinanza con l’Italia.
Grande è stato un Reportage che tracciava le Aree del Nord come le più tendenti ad abbandonare a breve l'Italia soprattutto grazie ai numerosi incentivi che gli imprenditori trovano valicando le Alpi.
Diciamolo francamente:l'Italia ad oggi,non ha fatto proprio niente per agevolare le imprese per fronteggiare la crisi economica.
Tante le serrande abbassate,forse troppe.
Tanti i capannoni vuoti:Aree industriali che un tempo rappresentavano con orgoglio il Made in Italy e che oggi sono occupate solo da imprenditoricon gli occhi a Mandorla. La globalizzazione: ha fatto soltanto la fortuna della Cina.
I grossi imprenditori si spostano in Svizzera soprattutto per motivi fiscali : la terra dell’emmenthal ha un’imposizione fiscale al 25% e non al 50%.
Insieme al capitolo tasse si aggiungono i generosi finanziamenti elargiti negli ultimi anni dalle amministrazioni cantonali e federali e per i progetti più interessanti sono previste esenzioni fiscali che arrivano fino al 100% per svariati anni.
La Ue accusa , quindi la Svizzera, di dare aiuti di Stato ed il paese elvetico risponde che è la semplice scelta di avere una fiscalità giusta.
Ad avvalorare le ragioni di qualsiasi imprenditore di fuggire dall’Italia è il rapporto Doing Business 2010 della Banca Mondiale dal posto 74 al 78 nella facilità di fare affari e quindi nella capacità di attrarre il business. Dopo Panama , sopra di tre posizioni all’Albania. Alle nostre spalle resta la affannata Grecia. La Svizzera è al 21° posto.