domenica 27 febbraio 2011

La Crisi Economica: Rapporto Ufficiale - Le Aziende Italiane Chiudono


Ogni giorno, domeniche comprese, sono una trentina le aziende che gettano la spugna, "affondano" e spariscono, più o meno silenziosamente. La maggior recessione mondiale degli ultimi 80 anni ha obbligato un numero crescente di aziende a chiudere i battenti, con ottomila fallimenti in nove mesi.
Più colpito anche in termini percentuali oltre che assoluti, nè poteva essere diversamente, il Nord produttivo. In questo ambito soffrono di più le aziende di minori dimensioni con un attivo inferiore a un paio di milioni di euro concentrate nei mezzi di trasporto e nella gomma-plastica. In calo i concordati preventivi, un messaggio che dovrebbe essere positivo per il prossimo futuro, mentre risultano poche le imprese solide fallite: una banalità? Non proprio, dal momento che anche le statistiche Bankitalia mettono in evidenza come molte società siano state colpite mentre stavano facendo un processo di trasformazione.
Per il sistema produttivo sarebbe molto più grave se venissero espulse dal mercato anche imprese solide in seguito al cosiddetto «credit crunch». Insomma, questa fase recessiva, con gracili e contradditori elementi di recupero sui nuovi mercati, risulterà selettiva consentendo solo alle aziende più capaci di presentarsi con le carte in regola all'appuntamento con la ripresa. «Finora la crisi non ha generato effetti contagio tali da spingere al fallimento imprese che prima della recessione erano solide – sottolineano all'ufficio studi Cerved -. Piuttosto la crisi ha accelerato l'espulsione dal mercato di aziende già fragili, per cui il peggioramento dovuto alla congiuntura ha sancito la bancarotta».
Esattamente da 2,5 anni, cioè per il decimo trimestre consecutivo, la corsa dei fallimenti continua: i freddi numeri elaborati dal Cerved segnalano un incremento del 18% tra luglio e settembre, rispetto allo stesso periodo del 2009 e del 13% sui tre mesi precedenti .
Con l'apporto del terzo trimestre, le procedure complessivamente aperte nel periodo gennaio-settembre 2010 sfiorano le 8mila unità, con una crescita del 23% sul 2009. L'osservatorio Crisi d'impresa del Cerved sottolinea in particolare come nei primi tre trimestri dell'anno, i fallimenti abbiano «registrato ritmi più elevati soprattutto tra le società di capitale, +27% rispetto allo stesso trimestre del 2009, contro il +14% osservato tra le società di persone e il +17% tra le altre forme giuridiche».

Fonte il Sole 24 Ore

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